Namibia fai da te, viaggio di 3 settimane on the road
Per quanto: 3 settimane
Quando: Agosto
Distanza: circa 5000 km (con tutte le deviazioni)
Con chi: 4 amici di vecchia data, 👩❤️👨 Ilaria (io), Luca (detto Bina il mio moroso), 👫 Luca (detto Sgherro) e Francesca (Checca).
Come: alternandoci alla guida di un nuovissimo 4×4
Dove abbiamo dormito: quasi sempre in campeggi prenotati dall’Italia. Qualche notte in Guest House o alberghetti.
E ora mettiti comodo che c’è parecchio da leggere 😉 🗒. Lascia un commento alla fine se ti è piaciuto!
📸 Se vuoi guardare solo le foto, clicca qui!
Un bellissimo viaggio in Namibia, organizzato in autonomia con cura e passione.
Una esperienza di vita on the road più che una vacanza, che non dimenticheremo mai e che resterà nella lista dei viaggi più belli di sempre.
Nell’articolo troverai tanti suggerimenti e link per organizzare il viaggio in fai date.
L’itinerario
Se volete andare dritti al punto ecco un indice dei contenuti
- Introduzione
- Quanto abbiamo speso
- Itinerario in sintesi
- Il racconto di viaggio giorno per giorno
- Informazioni pratiche
Introduzione
È il 2010 quando decidiamo di organizzare un viaggio in Africa, per la precisione in Namibia 🇳🇦.
A maggio dopo approfondite ricerche, prenotiamo il volo, non proprio comodo ma almeno a un prezzo accettabile. Da Bologna faremo scalo a Francoforte e poi Johannesburg prima di atterrare a Windhoek. Passeremo 20 giorni in Africa dal 17 agosto al 5 settembre 2010.
Ora tocca a me! Come per ogni viaggio, inizio a leggere, leggere, leggere tantissimo.
A parte la classica Lonely Planet, il mio metodo, sperimentato già molte altre volte, consiste nel leggere innumerevoli racconti di viaggio e guide.
Per lo più mi documento sul sito www.TuristiperCaso.it dove ci sono moltissimi racconti di altri viaggiatori e poi sempre qui mi avvalgo del preziosissimo forum.
A questo punto di solito mi sono fatta un’idea della tappe imperdibili e di quelle sacrificabili e inizio a stilare un itinerario considerando tempi di percorrenza e cose da vedere. Poi inizio a mandare mail, sia per i noleggi auto, sia per le sistemazioni chiedendo vari preventivi e così piano, piano il viaggio prende forma.
Lascio quasi sempre alcune tappe non prenotate in modo da avere margine di cambiamento una volta sul posto, ma in generale preferisco prenotare prima.
A meno che non si abbiano mesi interi a disposizione, credo che passare intere giornate a trovare una sistemazione rischiando anche di capitare in posti sbagliati, non sia una buona idea.
Sopratutto per questo viaggio è stato fondamentale il confronto con altri viaggiatori che avevano già fatto questa esperienza.
Per fare una vacanza di questo tipo, è fondamentale documentarsi bene su molte cose. Non è certo il tipo di viaggio dove ci si può essere impreparati. Per cui consiglio a chiunque voglia fare questa esperienza di raccogliere molte informazione e da più fonti possibili.
💶 Quanto abbiamo speso?
Tasso di cambio nel 2010: 1 NAD = 0,1 euro (nel 2020 il $ namibiano vale la metà!!)
Volo: 1125 euro
Noleggio auto: 2.289 euro (compresa assicurazione, tende, attrezzatura da campeggio, navigatore satellitare)
Alloggi: 1418 euro
Dopo averli scelti uno per uno, ho chiesto preventivi a diverse agenzie e alla fine abbiamo prenotato tutto con Umkulu Adventures avendo un’unica fantastica referente, Ingrid.
Totale a testa: 1125-572+354,5 = 2051 € (più le spese sul posto circa 1000 euro per pasti, escursioni e ingressi ai parchi).
Itinerario in sintesi
LUOGHI | DISTANZE | ALLOGGIO | CONTATTI ALLOGGIO | |
---|---|---|---|---|
GIORNO 1 | Volo Bologna-Windhoek | - | ||
GIORNO 2 | Windhoek | - | Maison Ambre Guest house | Irle str. 5 Windhoek Tel: +264-61-233834 maisona@iway.na |
GIORNO 3 | Sossusvlei | 300 Km 4 ore circa | Kalahari Farm campsite | Tel: +264 61 230066 www.gondwana-collection.com |
GIORNO 4-5 | Namib desert | 340 Km 5 ore circa | Sossus Oasis Lodge | +264 63 693-223 |
GIORNO 6-7-8 | Swakopmund | 350 Km 6 ore circa | Dunedin Star | +264 64 407105 Fax: + 264 64 407106 http://www.dunedinstar.com/ |
GIORNO 9 | Twyfelfontein (rock paintings) | 320 Km 5 ore circa | Aba Huab | Community Campsite |
GIORNO 10-11 | Damaraland | 104 Km 2 ore circa | Palmwag Lodge | +264 64 416820 |
GIORNO 12 | Purros | 212 Km 3,5 ore circa | Purros campsite | Community Campsite |
GIORNO 13-14 | Opuwo | 250 Km 4 ore circa | Opuwo Country Lodge | +264 61 374750 |
GIORNO 15 | Epupa falls | 180 Km 3 ore circa | Omarunga Camp | 264 (0)64 403096 FAX+264 64 402097 |
GIORNO 16 | Kunene river | 180 Km 3 ore circa | Kunene River Lodge | +264-(0)65-274300 |
GIORNO 17 | Etosha National Park | 400 Km 6/7 ore circa | Namutoni Camp | +264 67 229300 |
GIORNO 18 | Etosha National Park | 75 Km 1,5 ore circa | Halali | +264 67 229400 |
GIORNO 19 | Etosha National Park | 75 Km 1,5 ore circa | Okaukeujo | +264 67 229800 |
GIORNO 20 | Windhoek | 530 Km 7 ore circa | Maison Ambre Guest house | Irle str. 5 Windhoek Tel: +264-61-233834 maisona@iway.na |
Il racconto di viaggio giorno per giorno
Giorno 1-2 – 16/17 Agosto
Bologna – Francoforte – Johannesburg – Windhoek
Volo interminabile ma alla fine arriviamo in Namibia alle 15:30 in perfetto orario e abbiamo anche tutti i bagagli… non ci speravamo!!
All’aeroporto abbiamo appuntamento con il ragazzo del noleggio, Jason che ci accompagna in città.
È una bella giornata e il clima è mite. Percorriamo circa 40km di paesaggio brullo e arido, un primo assaggio di savana e già ci piace!
Abbiamo noleggiato dall’Italia (Gecko Car Rental) una Jeep super accessoriata con air tent e tutto il necessario per il campeggio. È davvero una figata, siamo super carichi!
Il ragazzo del noleggio è molto gentile e premuroso e dopo i consigli di rito, siamo pronti per partire con la nostra auto. Prima tappa: fare le spesa entro la chiusura dei negozi (ore 18). Il super market è ben rifornito, troviamo tutto quello che ci serve anche se i prezzi non sono bassi come ci saremmo aspettati (150€ per tutta a spesa).
Siamo pronti per il check-in alla guest house che è molto carina e dove troviamo una titolare davvero cordiale (Maison Ambre Guesthouse).
Per cena andiamo al ristorante La Marmite dove mangiamo ottimi piatti locali a base di carne (500$N x 4pp.).
È stata una intensa giornata ma siamo carichi a mille e pronti ad affrontare questa nuova avventura!
Giorno 3 – 18 Agosto
Windhoek – Kalahari desert
Dopo una colazione fantastica partiamo verso sud, direzione Stampriet.
Nonostante il navigatore e la mappa riusciamo a sbagliare strada! Per evitare strade sterrate torniamo indietro facendo 80 km in più del dovuto. Per fortuna siamo partiti presto! I terreni che costeggiano la strada sono tutti recintati, ci spiegano che i recinti bassi delimitano delle proprietà di allevatori (mucche, pecore, capre) quelli alti invece, sono delle “game riserve” ossia riserve di caccia private.
Facciamo un centinaio di chilometri una bella strada, la B1, che attraversa la savana, vediamo là lontano alcuni animali, babbuini e una specie di faina barra scoiattolo attraversano trasversalmente la strada.
Attraversiamo il Tropico del Capricorno e ci fermiamo per una foto ricordo.
Il panorama è desolato ma stupendo; distese di erba rinsecchita e gialla punteggiata da alberi radi e arbusti.
Arriviamo alla farm, dove campeggeremo (Kalahari Farm House), in tempo per provare le tende e fare quattro panini. Schizziamo poi all’Anib Lodge dove abbiamo prenotato un safari.
Il giro dura circa tre ore e costa 245$ Nb (circa 30 €) a testa ma ne vale la pena.
Siamo in una riserva di 10.000 ettari, tra la savana e il deserto del Kalahari il paesaggio è sorprendente e gli animali non mancano: gazzelle, struzzi, giraffe, springbok e orici.
Vediamo anche degli alberi molto particolari carichi di uccelli tessitori. La guida è brava e finiamo il giro in cima a una duna di sabbia rossa dove viene montato un bar in piena regola (birra, vino, gin tonic eccetera più). Da qui ci godiamo un tramonto africano di prima categoria! Sembra di vivere i un sogno.
Alle 18 è già notte e dobbiamo raffazzonare una cena al volo.
Un pappone di fagioli, pomodoro, cipolla e Bacon, che cena! Per la nostra prima cena in campeggio ci apriamo anche una bella bottiglia di vino.
Giorno 4 – 19 Agosto
Kalahari – Sesriem
Ci svegliamo alle 5:30 con un freddo polare, facciamo colazione, prepariamo i panini, smontiamo le tende e verso le 7:30 siamo pronti per partire.
Ci attende una tappa piuttosto lunga, circa quattro ore di strade normali e strade bianche. Riusciamo a sbagliare strada anche oggi, fortuna che la deviazione non ci fa perdere più di tanto tempo.
A metà strada circa svalichiamo il passo di Zaris a 1800 m.
Dopo il passo la savana lascia lentamente il posto al deserto. Gli alberi si fanno più radi, il terreno più sassoso, l’erba è più bassa e meno rigogliosa. Nonostante il paesaggio arido, la natura che ci circonda è tutt’altro che deserta. Oltre a qualche sporadico animale domestico al pascolo (mucche, pecore e cavalli); per tutto il tragitto vediamo piccole antilopi, struzzi e anche degli orici.
Verso l’una arriviamo al campeggio (Sossus Oasis Campsite) che è carinissimo con un grande spazio centrale e una piccola piscina contornata da piazzole, ognuna dotata di patio all’ombra, bagno e lavello personali. Pannelli solari assicurano acqua calda e corrente nel pieno rispetto della natura. Anche il sapone è ecologico! Fantastico questo campeggio 10 e lode.
Dopo un po’ di relax, entriamo nel Parco nazionale di Namib-Naukluft, per un piccolo assaggio di quello che vedremo domani.
Il parco, costituito da un’ampia spianata arida con la strada al centro. Man mano che ci si addentra iniziano a vedersi le dune. Bellissime, imponenti dune di sabbia rossa dalle diverse forme forgiate dei venti.
Non abbiamo molto tempo perché alle 17:30 chiuderà. Sono un po’ delusa perché sognavo di fare fantastiche foto al tramonto e invece niente…
…rientriamo al nostro campeggio, stasera per cena una super bisteccona! Gnam!
Riceviamo anche la visita di un simpatico sciacallo, attirato dell’invitante odorino.
Giorno 5 – 20 Agosto
Sesriem
Sempre “peggio”, stamattina la sveglia suona alle 4:30. Evviva le ferie riposanti!!
Il Gate apre alle 6:15 e dobbiamo essere li prima per evitare la fila che ogni giorno si forma all’ingresso.
Appena apre ci fiondiamo a Soussvlei che si trova alla fine della valle, dopo 65km di asfalto e 5 km di sterrato.
Guida Sgherro, ci insabbiamo ma riusciamo ad uscirne e alle 7 siamo destinazione e siamo tra i primi!
Il posto è fantastico, enormi dune rosse circondano la “vlei”, una valle di fango bianco che si allaga solo in casi di piene eccezionali. Alcune superano i 200 m di altezza rispetto al suolo circostante, e si classificano fra le più alte del mondo (la più alta è la “Big Daddy“, circa 380 m).
I colori sono stupefacenti: rosso, bianco, l’azzurro del cielo, una serie di forti contrasti, un paesaggio che non si vede certo tutti giorni. Il colore molto intenso delle dune è dato dalla composizione ferrosa della sabbia e alla sua ossidazione.
Non possiamo esimerci dallo scalare un’altissima duna e raggiungere la cima per godere appieno di un incredibile panorama a 360°.
E questo è solo l’inizio di questa indimenticabile giornata… dopo aver scattato qualche centinaio di foto, andiamo verso la “Die Vlei” in tedesco o Dead Vlei, insomma la valle della morte.
Questo è un luogo assolutamente strepitoso. La parola Vlei in africano significa pantano o acquitrino. Queste aree si formano in seguito a rare alluvioni che portalo le piene dei fiumi fino a questi luoghi remoti lasciando fango che una volta essiccato assume questo particolare colore biancastro.
Qui in passato era presente un’oasi di acacie, poi in seguito allo spostamento delle dune, il corso del fiume Tsauchab che la alimentava, mutò e tutti gli alberi morirono assumendo questo singolare colore scuro.
Questo è uno dei luoghi più fotografati al mondo, uno dei simboli della Namibia, assolutamente imperdibile!
Sono le 10:30, vista la levattaccia abbiamo già molta fame e pranziamo all’ombra di un albero e in compagnia di una stuolo di uccellini famelici.
Finito di mangiare torniamo indietro ripercorrendo i 5km di sterrato, poi ci dedichiamolo ad un’altra passeggiata di 5km che porta alla Hidden Vlei (la valle nascosta).
Fa un caldo assurdo, c’è anche afa ma la faticata è molto ben ripagata.
La valle è forse meno suggestiva della precedente ma molto più grande. Dalla duna che la costeggia si gode un panorama superbo.
La cosa più bella è che, essendo così difficile da raggiungere, ci sono pochissime persone ed è possibile godersi appieno e in completa pace il panorama circostante.
La giornata non è ancora finita e ci sono altre cose in programma…
La visita al Sesriem Canyon. Per raggiungerlo si ritorna verso l’ingresso ma si resta all’interno del parco.
Si tratta di un profonda ferita nella roccia inferta dal fiume Tsauchab. Il breve trekking che si effettua per la visita non è impegnativo ma molto suggestivo.
Altra nota positiva, c’è molta ombra e un po’ di frescura, dopo 10 ore di sole, non guasta.
Che giornata! Siamo a pezzi ma non ci facciamo mancare un bel cicchettino al bar del campeggio a fianco al nostro.
Giorno 6 – 21 Agosto
Sesriem – Swakopmund
Ci svegliamo “con calma” alle 6. Finalmente capiamo come facciano piante e animali a vivere in questo deserto.
Il vento, nella notte, ha spinto le nebbie dalla costa fino a qui a 45 km di distanza. Infatti le nostre tende sono completamente bagnate, c’è moltissima umidità.
Smontiamo il campo e partiamo in direzione nord – nord/ovest verso la costa. Sono 350km di strade sterrate.
Dopo 80 Km ci fermiamo a Solitaire; è una stazione di rifornimento con un campeggio, un piccolo market e qualche rottame di vecchie auto a fare da coreografia a questo posto desolato e un po’ decadente.
La cosa sorprendente è che c’è anche un fornaio (Moose Mc Gregor’s Desert Bakery) che sforna ogni tipo di biscotto e dolce. Il piatto forte è la torta di mele, realizzata con una ricetta segreta di famiglia tramandata di generazione in generazione.
Moose è un personaggio unico (oggi scomparso) che da 20 anni porta un po’ di dolcezza e ristoro ai viaggiatori del deserto. Una tappa assolutamente da non perdere.
Riprendiamo il cammino con la pancia piena. Il paesaggio è sempre lo stesso, savana, pochi alberi, distese di erba gialla, immense pianure e dolci colline.
Zero persone, zero traffico, zero paesi, per centinaia di chilometri solo qualche antilope e struzzo. Bellissimo anche se un po’ monotono.
Oltrepassiamo di passi montani poi, per gli ultimi 100km deserto sassoso.
Arriviamo finalmente a Walwis Bay sul al mare e subito ci infiliamo in un ristorante. Il paesino è carino ma niente di più, giusto il tempo di mangiare e ripartiamo. Da qui a Swakopmund 30 km di strada magnifici con dune che si tuffano nel mare, un paesaggio surreale.
È sabato, tutti i negozi sono chiusi e in città c’è ben poco da fare. Ne approfittiamo per organizzare le prossime escursioni.
Facciamo base al Dunedin Star un bell’albergo. Per tre notti potremo riposarci evitando le levatacce per smontaggio campo tenda.
La sera mangiamo pesce in un buon ristorante tedesco, sempre qui conosciamo un gruppo di ragazzi con i quali facciamo serata senza esagerare, la sveglia non perdona!
Giorno 7 – 22 Agosto
Swakopmund
Dopo colazione facciamo i permessi per entrare al Namib Naukflut Park. Io e Luca decidiamo di fare il volo sulle dune del deserto, costoso ma dovrebbe valerne la pena, il volo partirà alle 15. Abbiamo tutto il tempo per una visita all’interno del parco che è davvero molto arido, un vero deserto infatti è definito Moon landscape.
Unica nota verde la distesa di licheni mantenuti in vita dall’umidità notturna.
Sempre qui scopriamo la singolarissima Welwitschia mirabilis, una pianta che è possibile osservare solo in questi deserti.
Si tratta di una specie antichissima, preistorica quasi. Si presenta con due uniche foglie che di espandono sul terreno fino a cinque metri creando una grande matassa di nastri verdi. Man mano che cresce le parte finale delle foglie si secca e muore.
Il tronco diventa molto largo ma non alto, ma è comunque considerata un albero.
Altra particolarità è la straordinaria longevità. Si è stabilito che alcuni esemplari abbiano altre 2000 anni, per questo è considerata un fossile vivente.
Ai ragazzi questa escursione non è piaciuta per niente, troppo secco, troppo monotono. Io invece l’ho trovata molto interessante e affascinante.
Mangiamo in una specie di oasi contornata da una particolare area con terra secca crepata dal sole.
Il gruppo non è concorde nel definire la giornata… a me è piaciuta!
Tornati in città scopriamo che il volo è cancellato per via dei pochi posti prenotati. Peccato, ci tenevo molto…
Dedichiamo il resto del pomeriggio alla visita della città di Swakopmund.
Si tratta di un enclave tedesca, una città molto turistica affacciata sull’oceano.
Non c’è niente di particolare da vedere, il centro è pulito, carino, ordinato e con un bel lungomare con alcuni caffè.
Tira un forte vento e fa piuttosto freddo ma una passeggiata sull’oceano la facciamo volentieri.
Giorno 8 – 23 Agosto
Swakopmund
Il programma di oggi prevede un tour a Sandwich Bay, una laguna popolata da fenicotteri e altri uccelli acquatici raggiungibile con jeep 4×4 attraverso alte dune sabbiose.
Il posto dista 50km da Walwis Bay che è la località dalla quale partirà il tour. (circa 100€ a testa con Sandwich Harbour 4×4).
Qui non ci sono strade, tutto il tragitto si sviluppa tra la spiaggia e le dune del deserto.
⚠ ATTENZIONE:
È altamente sconsigliato recarsi in quest’area in autonomia. Per via delle dune molto alte, servono mezzi molto potenti e a causa delle maree, che avanzano molto velocemente, si potrebbe restare intrappolati con le auto tra la spiaggia e il mare.
Wally è la nostra guida. Un ragazzo davvero simpatico che saprà darci tante informazioni su questo ambiente e anche farci divertire con la sua guida spericolata ma esperta.
Giriamo prima introno alle salite di Walwis Bay in attesa di altri due ragazzi che si uniranno al gruppo.
Le salina hanno fantastici colori, e sono ricche di fauna. Avvistiamo numerosi uccelli e foche, molto bello.
Nel frattempo i ragazzi sono arrivati, possiamo partire, insieme ad altre due jeep, alla volta di Sandwich Bay.
Ora inizia la vera avventura! Un vero rally tra le dune e il mare, un panorama tra l’assurdo e il mozzafiato e adrenalina a go-go. Sembra di essere sulle montagne russe, Wally ci va davvero divertire moltissimo, saliamo in cima alle dune per poi scendere a forte velocità. La sensazione di vuoto che si prova nella discesa è del tutto paragonabile a quella delle giostre del luna park!
Cerchiamo ora un posto riparato dal vento per fare la pausa pranzo. Ci fermiamo in una spianata tra due dune dove c’è anche un po’ di verde. Alti fili di erba che rendono lo scenario ancora diverso.
Qui c’è molto meno vento e lo staff dell’escursione, come un mago che sfodera colombe dal cappello, fa apparire un vero e proprio banchetto perfettamente allestito con tavoli, sedie, tovaglie, flûte di champagne non ché ostriche freschissime e pesce fritto.
Sembra che gli unici affamati e assetati del gruppo siamo noi, e dopo pochi assaggi tutti piatti vengono fatti scivolare in fondo al tavolo nella nostra direzione.
Mai avrei pensato di fare un pranzo del genere in un luogo del genere, davvero un’esperienza fantastica.
La nota dolente è che siamo in ritardo e a causa del forte vento e della marea non riusciremo a raggiungere Sandwich Bay.
Tutto sommato però non ci dispiace troppo, abbiamo più tempo per fare qualche altro giro di giostra sulle dune e oltre a numerose spettacolari foto tra mare e dune.
Non è stata una gita economica ma alla fine, siamo felicissimi di averla fatta e col senno di poi, possiamo affermare con assoluta convinzione che ne è valsa la pena!
Scenario, guida, esperienza e organizzazione super! (Sandwich Harbour 4×4)
Giorno 9 – 24 Agosto
Swakopmund – Twyfelfontein
Oggi ci aspetta una tappa molto lunga per raggiungere la regione nord occidentale del Damaraland.
Per i primi 200 km attraversiamo un noioso e monotono altopiano desertico completamente piatto e grigio.
A completare il quadro poco entusiasmante, una cornice di nebbia e foschia.
Dopo due ore di strada il paesaggio comincia a cambiare e muta in uno scenario di savana e colline rocciose. La strada è sterrata ma ben tenuta e finalmente c’è qualcosa di diverso da osservare fuori dai nostri finestrini.
La prima tappa di oggi prevede una visita guidata Twyfelfontein Rock art site un sito, Patrimonio Mondiale dell’umanità, grande meno di 1 km quadrato, ma ricco di notevoli gallerie di incisioni rupestri (pteroglifi) raffiguranti una straordinaria diversità di animali selvatici – rinoceronti, elefanti, giraffe, orici, struzzi, fenicotteri, zebre e molti altri – e impronte. Le incisioni sono incise sulle massicce pareti rocciose di massi auto portanti in posizioni completamente esposte. Sono stati probabilmente realizzate 2.000 anni fa da popolazioni locali di cacciatori-raccoglitori San.
Il sito è bello ma purtroppo la nostra guida non ne ha molta voglia…
La seconda tappa della giornata prevede una visita alla Foresta pietrificata, un altro sito archeologico dove vedrete tronchi fossilizzati in ottimo stato di conservazione, dichiarati monumento nazionale. La visita non richiede più di mezz’ora ma almeno qui troviamo una guida appassionata ed entusiasta che ci fa apprezzare questi reperti.
Terza ed ultima tappa le Canne d’organo o Organ pipes. Si trovano vicino a un piccolo rilievo isolato a forma di cupola “inselberg” Burnt Mountain, a ovest della città di Khorixas. Sono una formazione rocciosa che comprende un gruppo di basalti colonnari che assomigliano a canne d’organo la cui formazione risale a circa 120 milioni di anni fa.
🌟 CONSIGLIO:
Cercate di essere presso questo sito vicino all’ora del tramonto quando la luce calda infiamma le canne di un vivido color rosso fiammante.
Campeggiamo all’Aba-Huab Community campsite. Un campeggio essenziale, e autentico in un posto davvero bello, con ristorante, bagni, vicino al fiume. Se sarete fortunati, conoscerete ospiti a sorpresa la sera al tramonto. Qui infatti, passano di frequente, lungo il fiume, elefanti in branco in cerca di acqua e cibo.
E infatti, mentre prepariamo la cena, ormai all’imbrunire, sentiamo un barrito in lontananza, poi un’altro e un’altro ancora, ed eccoli tre splendidi elefanti avvicinarsi al campeggio. Sono elefanti del deserto, tipici di questa zona.
Sono così vicini che ad un certo punto iniziamo a non sentirci più tanto tranquilli e decidiamo di togliere tutto il cibo da tavola e metterlo in macchina. Una scena surreale con non dimenticheremo!
È una notte favolosa, c’è la luna piena, il clima è mite, manca solo una bella bistecca alla griglia e una birra fresca che ci gusteremo non appena gli elefanti si saranno allontanati.
Ahhhh che serata magnifica!
Giorno 10 – 25 Agosto
Twyfelfontein – Palmwag
Oggi giornata di relax, il trasferimento è molto corto, circa un’ora e mezza.
Il paesaggio è molto bello, ampie vallate interrotte da picchi rocciosi e altopiani. I colori sono quelli della savana, erba gialla arbusti e alberi punteggiano le vallate.
Pochissima acqua e zone verdi.
Sulla strada vediamo in lontananza una giraffa immobile in mezzo all’erba… Sembra finta ma ovviamente non lo è. Qualcuno nel nostro gruppo però non si fida così decidiamo di avvicinarci un po’ per controllare meglio. Camminiamo in mezzo all’erba alta ma lei continua a stare ferma immobile, i dubbi iniziano a farsi più forti: sarà una statua? Sarà una insegna pubblicitaria? Finalmente decide di spostarsi e possiamo sciogliere ogni remora e proseguire.
Stanotte pernotteremo presso il Palmwag Lodge & Campsite, molto bello in posizione davvero panoramica.
Palmwag è una riserva naturale privata situata nella regione del Kunene, nel Damaraland nordoccidentale, a metà strada fra Swakopmund e il parco nazionale d’Etosha.
Nell’area sono presenti fra l’altro leopardi, leoni, ghepardi, iene brune e iene maculate, orici, zebre di montagna, giraffe, springbok, kudu, elefanti del deserto, rinoceronti neri.
Prepariamo due panini al volo e partiamo in auto alla scoperta della zona.
Ci inoltriamo in una strada secondaria con la speranza di vedere qualche animale.
Questa zona chiamata Damaraland, è una regione molto selvaggia lasciata ai nativi che, divisi in piccole fattorie e terreni tribali, allevano capre e mucche.
È una delle poche zone dove si possono ancora vedere animali selvatici fuori dai parchi naturali. Noi non siamo fortunati per ora a parte panorami bellissimi e primordiali non vediamo nulla di fauna… Nemmeno la guida di tre bambine apparse all’uscita di una capanna ci aiuta. Ci costano 2 birre al nonno e un succo di frutta per loro ma di animali neanche l’ombra. È stato però bello e divertente entrare in contatto con loro che si dimostrano davvero gentili.
Solo verso sera mentre stiamo rientrando riusciamo a vedere uno Rice e due branchi di Kudu. Meglio di niente… anche se lo scenario è comunque mozzafiato!
🌟 CURIOSITÀ:
A pochi chilometri dal campeggio c’è un blocco veterinario con relativo posto di guardia. Una recinzione attraversa da est a ovest tutta la Namibia per evitare che il bestiame delle zone rurali del del Nord (non vaccinato) possa trasmettere le malattie al bestiame (vaccinato) dei grandi possedimenti del centro e del sud del paese in mano ai bianchi.
Giorno 11 – 26 Agosto
Palmwag
Secondo giorno in questo paradiso tre terrestre. Ci siamo procurati il permesso (380 $ namibiani – 45 €) per poter entrare con la nostra macchina nella riserva… Il tour costano molto di più e poi i due Luca hanno voglia di guidare in sterrato!
Partiamo la mattina presto e appena entrati nella riserva cominciamo a vedere animali: giraffe, orici, zebre, kudu, antilopi, scoiattoli e simpatici suricati. I branchi si susseguono e ci divertiamo moltissimo. La tenuta è enorme, circa 5500 km² (oltre la provincia di Bologna) e i panorami sono fantastici…
Passiamo da zone rocciose a valli erbose, ci sono alcuni punti panoramici varrebbe la pena vedere scendendo dall’auto ma ci hanno detto che in zona ci sono molto animali selvatici tra cui anche leoni e rinoceronti e quindi preferiamo evitare.
Lo scenario è stupendo, diverso da tutto quanto visto vino ad ora. Le piste sono piuttosto accidentate e infatti a un certo punto buchiamo! Aiutoooooo
Siamo in mezzo a un guado e tutto intorno vegetazione abbastanza fitta, per cui abbiamo anche poca visibilità su quello che ci circonda. Per fortuna riusciamo a spostare la macchina in una zona più aperta. Io e Francesca ci mettiamo di vedetta e i due Luca iniziano le operazioni di cambio gomma a una velocità da far invidia alla Formula 1.
Il paesaggio è meraviglioso ma gli animali non sono molti, speravamo di vedere gli elefanti ma nulla fino al grido di: “Eccoli!”. Sono 5, meravigliosi… obbiettivo raggiunto!
Torniamo al Lodge e grazie a una ragazza italiana che lavora li, riusciamo a trovare il modo per rifare la gomma bucata senza spendere una fortuna.
La giornata è stata fantastica, ricca di bellezze e avventura. Questo viaggio ci sta entusiasmando sempre più… e il meglio deve ancora venire!!
Per cena andiamo al ristorante del Lodge. Ottimo anche se le porzioni non sono abbondanti. Compensiamo con una doppia bottiglia di vino. Evvai!
Giorno 12 – 27 Agosto
Palmwag – Purros
Tappa di trasferimento oggi, nel cuore del Kaokoland o Kaokoveld nella regione del Kunene.
Si tratta della regione più remota e selvaggia della Namibia. Sulla strada vediamo i soliti animali, ma anche nuovi, un Kudu maschio enorme con le sue corna a spirale bellissime e un piccolo Dik Dik, una piccola antilope.
Dopo 100 km arriviamo a Sessfontaine dove facciamo la spesa (pane, latte e birra) e rifornimento.
Fino a qui abbiamo trovato una strada praticamente deserta, attraversando piccoli paesini con poche con case in muratura e capanne di legno e fango, fattorie in miniatura con capre e mucche e poco altro.
Passata Sessfontaine ci sono 110 km di sterrato (tre ore di percorrenza) senza nulla.
Passiamo il Joubert Pass poi entriamo in una vallata enorme cinta sui due lati da catene di monti. La valle prosegue per circa 100 km, con paesaggi che mutano sempre.
Il panorama da solo vale il viaggio!
Qui il cellulare non prende e il 4×4 è d’obbligo.
Vaste pianure di erba gialla, piccoli cespugli verdi e sabbia rossa rendono lo scenario unico e meraviglioso.
La pista è a tratti ghiaiata a tratti sassosa e in altri punti sabbiosa. Guidare è faticoso ma molto divertente. Attraversiamo diversi letti di fiume in secca e spesso la pista è proprio dentro al letto del fiume.
Il paesaggio muta continuamente lasciandoci a bocca aperta a ogni chilometro. (Altro che tappa di trasferimento!).
Ora il paesaggio desertico predomina, vediamo solo pochi alberi vicini ai corsi d’acqua tutti in secca.
Alle 13 arriviamo a Purros, in fondo alla valle. Si tratta di un piccolo villaggio in mezzo al deserto polveroso, un luogo lontano da tutto e da tutti, fuori dal tempo.
A 5 km dal villaggio c’è il Purros Community Campsite, essenziale ma autentico e immerso nella natura come piace a noi.
Ci posizioniamo con auto e tende proprio in mezzo a due alberi.
La zona infatti è frequentatissima da elefanti, sopratutto nella notte è quindi un’idea saggia non trovarsi tra i piedi al loro passaggio!
Mangiamo un panino al volo e contattiamo una guida locale con la quale facciamo un’escursione a piedi. Un anello di 3 km, una bella passeggiata durante la quale ci racconta un po’ del posto, degli animali e della popolazione locale. Arriviamo a un punto panoramico con una vista strepitosa sulla valle. Da qui è possibile ammirare un paesaggio davvero unico nel suo genere ricco di colori e contrasti, zone molto verdi, altre decisamente aride. Davvero molto bello!
Stasera nessuno ha voglia di cucinare, accettiamo quindi di buon grado la proposta della guida di cenare in campeggio. Vedremo si rivelerà una buona idea…
…e direi che non è stata buona ma ottima!
Ceniamo all’aperto, protetti da una piccola recinzione che ci protegge da eventuali passaggi di pachidermi o leoni… siamo accovacciati a terra seduti su delle latte intorno a un fuoco, un piatto ogni due persone, si mangia con le mani.
Oltre a noi, la guida, altri due uomini e un bambino che aiuta in “cucina”.
Abbiamo orice in umido, un arrosto duretto ma gustoso e una sorta di polenta bianca di mais e miglio. Riceviamo la visita di una genetta, un’adorabile specie di faina che viene a reclamare la sua parte di cena.
Una serata davvero suggestiva e ricca di emozioni.
Ci sentiamo completamente immersi nella natura selvaggia e per il rientro alla tenda chiediamo che ci accompagnino, abbiamo un po’ timore di fare altri incontri!!
In realtà sarà una notte tranquilla senza sorprese ma per l’emozione di trovarmi in un luogo così sperduto e remoto, dormirò molto, molto poco.
Giorno 13 – 28 Agosto
Purros – Opuwo
Ripercorriamo la valle a ritroso esattamente sulla stessa strada.
⚠ ATTENZIONE:
Ci sono diverse piste possibili in questo tratto, tra cui anche il famigerato Van Zill’s Pass.
Un passo tracciato a suon di piccone negli anni 60, davvero impegnativo anche per guidatori esperti, da evitare assolutamente se siete in viaggio da soli e se non avete una grandissima esperienza in 4×4. Per curiosità, fatevi un giro su google immagini o YouTube alla voce Van Zill’s Pass e vedrete diverse carcasse di auto distrutte, miseramente cappottate a causa della ripidità e irregolarità della traccia.
La pista migliore è quella che da Purros va verso est e poi svolta a sinistra verso nord a Kaoko Otavi (non quella che va a Orupembe!!).
Facciamo una piccola deviazione verso le Warmquelle Hot Spring, una sorgente presso l’Ongongo Waterfall Campsite.
Non è imperdibile come cita la guida ma è comunque un’oasi fresca in mezzo al deserto.
Io credo che in altri periodi sia migliore perché ho visto foto molto belle, ma in questo fine agosto è poco più di una pozzanghera.
La strada prosegue dapprima su pista sabbiosa per poi inerpicarsi in un tratto montano che culmina in nel Joubert Pass (lo stesso dell’andata).
Quando la salita diventa ripida troviamo l’asfalto che prosegue anche su un ripidissimo tratto in discesa, dopodiché riprende lo sterrato.
Lungo la strada alcuni bambini vendono manufatti artigianali.
Incontriamo poi una bella foresta di baobab, enormi alberi senza foglie con un grosso tronco e molti rami sottili.
È ormai sera quando arriviamo a Opuwo la capitale del Kaokoland, una regione tribale popolata dalla popolazione himba e Herero.
Dopo tanta natura e bellezza ci ritroviamo improvvisamente in mezzo a caos, sporcizia, degrado sociale. I supermercati hanno prezzi occidentali e si fa fatica a trovare frutta e verdura fresca.
Entriamo in un bar per comprare qualche birra per questa sera.. ci ritroviamo in uno stanzone buio con un lungo bancone polveroso, tutti i tavoli sono occupati da donne Herero con i loro tipici abiti ottocenteschi e himba con gonnellini di pelle di capra, monili elaborati e le tipica acconciatura ottenuta impastando terra rossa ai capelli.
La cosa sconcertante è che sono tutte visibilmente ubriache e tutte ci chiedono di offrigli una birra.
Fortunatamente il nostro campeggio è lontano dalla città. Si trova infatti su una collina ed è meraviglioso.
Si tratta di alcune piazzole presso l’Opuwo Country Lodge, in posizione davvero panoramica e con una splendida piscina a sfioro affacciata sulla valle.
Non siamo molto per le sistemazioni di lusso sopratutto se vanno molto in contrasto con l’ambiente circostante, ma questo posto non è esageratamente lussuoso, è solo ben posizionato con ha una bella piscina. Inoltre, non dimentichiamo, che ci aspetta sempre e comunque la roof tent!
Approfitteremo della piscina domani. Ceniamo presto visto che oggi abbiamo saltato il pranzo, poi partita a carte. Io e la Checca asfaltiamo gli uomini!
Giorno 14 – 29 Agosto
Opuwo
Oggi andremo a visitare un tipico villaggio himba. È possibile farlo rivolgendosi a una agenzia locale e partecipare a un tour organizzato o andare in autonomia.
L’idea di arrivare con un gruppo di gente in uno di questi villaggi non ci piace molto, chiediamo quindi al Lodge di consigliarci una guida locale che oltre ad accompagnarci ci darà consigli su come comportarci.
Partiamo alle 8 per andare a prendere Queen Elizabeth, una simpatica donnona che troviamo intenta a fare colazione con una capra stufata.
Il costo per la guida è di 400$ Nb, inoltre compriamo doni da portare al villaggio: pane, olio, burro, zucchero e 20kg di farina per porrige.
Guidiamo per circa 40 minuti fino ad arrivare al villaggio. Dopo i saluti di rito, e aver dato i nostri doni al capo villaggio, veniamo accolti da una giovane ragazza che ci conduce nella sua casa. La capanna, di forma circolare, ha pareti in legno d’acacia ricoperte da un impasto di fango e sterco di vacca.
All’interno, la donna ci mostra la macinatura del mais, il modo in cui si profumano e come ottengono l’impasto di burro e ocra rossa che le donne usano come unguento per la pelle.
Questa pratica ha origini antichissime e ci spiegano che serve a proteggere la pelle dal sole oltre ad avere evidenti ragioni estetiche.
Ci spostiamo all’esterno della capanna dove incontriamo il resto dei membri del villaggio.
Vediamo quasi esclusivamente donne e bambini, tutti meravigliosamente ornati con monili, pelli, gioielli e caratterizzati da particolarissime acconciature.
Le bambine hanno capelli raccolti in due grosse trecce che cadono in avanti ai lati del viso, in età fertile le treccine diventano tantissime e strette, le donne sposate indossano una crocchia di pelle di capra per ornamento che ferma una parte dei capelli sopra la testa. Gli uomini sposati portano un piccolo copricapo scuro mentre gli scapoli ed i bimbi vengono rasati quasi completamente tranne per il cosiddetto “codino da scapolo”.
Io e Francesca acconsentiamo a farci cospargere il viso con l’unguento rosso e, grazie a questo, entriamo in empatia con le donne del villaggio. Si crea un feeling particolare e uno scambio di sguardi divertititi e risate ci accompagnerà per il resto della visita.
Francesca è ormai una di loro. Viene adornata completamente con i loro accessori e scatta la gara a chi fa più foto con lei. Tutti i bambini ci chiedono di essere fotografati per poi riguardarsi in video. Sono momenti davvero belli e preziosi per noi e anche loro sembrano sinceramente divertiti e a loro agio.
Non ci sono forzature, avviene tutto in modo naturale e spontaneo. Sono molto felice di avere scelto questa opzione con la guida e credo che una visita di gruppo sarebbe di certo stata molto diversa.
Questi piccolo e polveroso villaggio lontano da tutto, ci è parso davvero autentico e ricco di tradizione.
Prima di andare via, donne e bambini ci salutano con una danza tradizionale molto bella dove a turno, ogni danzatore farà la sua personale esibizione incitato dal resto del gruppo con canti e battiti di mani a ritmo di musica.
Sono solo 3000 i nuclei famigliari himba restanti in Namibia. Siamo onorati di aver avuto l’opportunità di vederne uno così vero e ci rendiamo conto che negli anni a venire saranno sempre più a rischio di essere inghiottiti da un vicino e malato moderno.
Tornati a Opuwo la guida ci consiglia la visita al mercato. Ci ritroviamo in una spianata polverosa con baracche dai tetti di paglia dove non vediamo merce esposta se non liquori fatti in casa, sacchetti di dolciumi ammuffiti, chincaglierie senza senso e tutt’intorno persone abbandonate a loro stesse e al degrado.
Nessuno fa nulla, sono quasi tutti ubriachi, appena guardiamo qualcuno negli occhi ci chiedono soldi o birra… è davvero triste.
Voglio comunque catturare un’immagine di questa situazione perché è parte del luogo, perché qui è questa la triste realtà delle cose.
Chiedo a due donne Herero (ubriache come del resto tutti qui intorno) se posso fare una foto, ovviamente vogliono essere pagare e la guida gli offre 10$ Nb. Faccio la foto e ce ne andiamo decisamente amareggiati.
Tornati al lodge ci fiondiamo in piscina dove passeremo il resto del pomeriggio. Essere qui è talmente bello che sembra un sogno. Siamo soli e ci godiamo tranquillamente il tramonto da questa meravigliosa piscina con vista sulla vallata.
Giorno 15 – 30 Agosto
Opuwo – Epupa Falls
Oggi viaggeremo verso nord, al confine con l’Angola per visitare le cascate Epupa.
Oltre 3 ore e mezza di strada sterrata piuttosto monotona. Gli unici diversivi sono le buche improvvise e le mandrie di mucche e capre portate al pascolo dagli Himba.
Poi, improvvisamente, passata una collina il paesaggio cambia. Ci troviamo immersi in una foresta verde e capiamo di essere prossimi alla nostra destinazione.
Il Kunene river e le Epupa falls sono sotto di noi.
Ci dirigiamo subito verso il campeggio (Omarunga Camp), direttamente sulla riva del fiume, molto bello, ombreggiato da altissime palme, dispone di piscina.
Appena arrivati vediamo un varano di un metro di lunghezza passare sulla riva del fiume a pochi metri dalla nostra macchina… bene!!
Le cascate sono a pochi passi dal campeggio; non sono imponenti ma ugualmente suggestive. In questo punto il fiume si getta in un canyon facendo u salto di circa 20 metri. Dopo la breve visita cediamo al richiamo della piscina… fa davvero molto caldo e l’umidità è davvero insopportabile.
Dopo un po’ però riporto tutti sulla retta via, non siamo mica venuti fin qui per stare in piscina! Convinco i miei compagni a partecipare a una escursione con guida alla ricerca dei coccodrilli. Partiamo a piedi in mezzo alla foresta e vediamo un solo coccodrillo ma veniamo comunque ripagati della bellezza della natura circostante.
Jones, la guida, ci conduce infine a un punto molto panoramico in cima a una collina dal quale si gode delle vista dall’alto delle cascate e di tutta la vegetazione intorno al fiume Kunene. Inoltre ci offre birra e vino freschi da gustare ammirando il tramonto.
Tutto perfetto e meraviglioso!!
Giorno 16 – 31 Agosto
Epupa Falls – Kunene River
Ultimo giorno di relax prima di iniziare l’avventura all’Etosha. Risaliamo il corso del fiume per arrivare al Kunene River Lodge affacciato sulle sponde del fiume Kunene.
Purtroppo la pista che costeggia il fiume è molto brutta e dissestata, decidiamo così di allungare il giro e andare per la strada principale.
Alle 11 siamo a destinazione. Il posto è bellissimo e davvero rilassante, oltre a questo ci aspetta una serata in un vero letto e una vera cena al ristorante!
Dopo tanti giorni di tenda ho prenotato un doppia deluxe e anche la cena. Il Lodge è molto suggestivo, non lussuoso ma in una posizione bellissima con una grande terrazza sul fiume. Unica nota dolente continua a fare molto caldo così passiamo il pomeriggio tra pennichelle e giretti a a piedi intorno al lodge.
Qui è un paradiso per gli animali! Scimmiette, uccelli, lucertole coloratissime, popolano il grande prato e gli alberi fuori dalle camere.
Decidiamo di partecipare a un tour in barca organizzato dal Lodge. Saliamo su una chiatta trasportata dalla corrente nel silenzio più assoluto ci godiamo un paesaggio spettacolare e una natura davvero rigogliosa. Osserviamo diversi coccodrilli e anche una bellissima aquila. È davvero un posto incantato!
Cena al ristorante e poi tutti a letto, domattina ci si sveglia presto (come sempre del resto!).
Giorno 17 – 01 Settembre
Kunene River – Namutoni Etosha
La strada per Namutomi è lunga ma a parte i primi 80 km, è tutta asfaltata.
Man mano che ci avviciniamo al parco incrociamo sempre più villaggi le cui case, da fatte in muratura e lamiera mutano in legno e fango.
Asini, mucche e pedoni ingombrano la strada. Alle 9 raggiungiamo Ruacana, una città che in realtà non è altro che un grande stradone costeggiato da negozi, magazzini, bar e autofficine.
C’è una grande movimento di gente e di macchine.
In banca è un delirio, sarà perché è il primo del mese am ci saranno 150 persone in fila.
Nonostante allo sportello del cambio ci sia solo una persona in fila, ci vorranno quasi 40 minuti, per cambiare 300 euro.
Facciamo spesa, benzina, controlliamo le gomme sempre senza perdere di vista l’auto. Proprio qui abbiamo subito un tentativo di furto del borsello di Luca per fortuna fallito. Arriviamo al Gate di ingresso dell’Etosha National Parc verso le 12,20, il Von Lindequist Gate.
Che emozione siamo davvero qui finalmente! Dopo mesi passati a organizzare, immaginare, sognare questo momento, finalmente è arrivato e sembra quasi irreale essere davvero qui.
Da qui, il camping non dista molto, così decidiamo di fare subito in giro, non stiamo nella pelle!
Facciamo pochi metri e da subito iniziamo a vedere una moltitudine di animali, gnu, orici, spingbook, qualche piccola gazzella, kudu, struzzi. Proseguiamo senza una meta precisa, fa molto caldo e l’ora non è proprio delle migliori per osservare gli animali e infatti per un po’ vediamo solo savana e ancora savana.